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I ritmi che uniscono i popoli
Musilbrasil.net - Gennaio 2009
Mestre Chiquinho
Tra il 1808 e il 1817 i portoghesi occuparono la città di Caienna e la Guiana Francese rimase sotto l'amministrazione del futuro Marchese di Queluz. In questa occasione, molte specie vegetali furono importate in Brasile e qui vennero adattate al nuovo clima, come ad esempio la canna caiana (una varietà di canna da zucchero), o la pianta dell'avocado, l'albero del pane e la palma imperiale. Durante questa occupazione (otto anni) la popolazione della Guiana era composta in gran parte da francesi, antillani, cinesi e amerindi. Infatti, anteriormente al secolo XIX fu abolita la schiavitù e successivamente vi fu la diaspora degli antichi schiavi, i quali qui giunsero e si fusero in plurime manifestazioni etniche negre attraversando i Caraibi, il Venezuela, la Colombia. I problemi di frontiera tra questi paesi e il Brasile si risolsero soltanto a metà del 1900, come anche la questione dell'Amapa da parte del Barone di Rio Branco ausili atto dal presidente del Consiglio federale della Svizzera. Nel 1633 una legge del Parlamento del Regno Unito abolì la schiavitù nella Guiana Inglese, quando nelle regione delle savane e nella selva amazzonica vivevano gli indigeni, tra cui gli arawaks e gli waiwais. Che vivevano in modo primitivo e comunicavano tramite dialetti e manifestazioni culturali che comprendevano la musica. Oggi sono invece il reggae e la soca che predominano come danze in questa regione.
In Giamaica e a Trinidad Tobago il ritmo ha molte cose in comune con il samba, il frevo, lo xote, il baião e altre espressioni musicali afrobrasiliane. In Giamaica troviamo il calipso e il moderno reggae. Quest0ultimo è diventato di presenza obbligatoria in show e dischi degli artisti brasiliani più noti e ha interessato soprattutto la città di São Luiz do Maranhão dove la musica predominante è proprio il famoso ritmo giamaicano.
Il maggior happening nel calendario dell'isola caraibica si tiene infatti in agosto con il festival "Reggae Sunsplash" che raccoglie a Montego Bay una fauna eterogenea di fan giunti da diversi paesi stranieri per vibrare all'unisono con questo tipo di musica che nacque da ritmi africani accentuatamente influenzati dalle trasmissioni musicali delle emittenti radio nordamericane, facilmente captabili in Jamaica.
In Martinica (una delle isole delle Antille francesi) il primo choc visivo per i visitatori è dato dal coloratissimo abbigliamento dei nativi: le donne non rinunciano a sottane e minigonne molto femminili, collane voluminose di ispirazione afro e una specie di turbante colorato in testa. Anche i disegni delle camicie maschili non sono certo prive di colori vivaci che ricordano la bellezza di Salvador Bahia nel suo carnevale, durante il quale il pudore viene definitivamente dimenticato nelle sue feste burlesche al suono di ritmi tropicali come il kadence e il zouk (che in Brasile vengono danzati in modo analogo a quello della lambada).
Le Guadalupe, due isole a forma di ali di farfalla, (Basse terre e Grandi terre), separate da un esiguo braccio di mare, assomigliano alla vicina Martinica nel folklore, culinaria ed anche per lo stesso idioma parlato: il creolo, mescolanza cumulativa di francese arcaico, inglese, olandese e di dialetti africani. Ad Haiti il "compas" dominò la scena fino a quando si mescolò al "beguine", trasformandosi in "kadence", e che sottomesso a una overdose di funk a batucada gwo ko, sboccò nel "zouk", la musica creata dal gruppo Kassav e che è già popolare in tutta l'Africa e la Francia.
In Aruba, Curação e Bonaire, le così dette «isole inutili» nel 1499, le notti possono essere allegre e spontanee tra le luci che si accendono ed avvolgono una varietà di show da ammirare e altri a cui prendere parte al suono esotico di salsa, soca e zouk. In Colombia i gruppi locali di cumbia sono conosciuti in tutta l'America del sud e in quella centrale. Il ritmo saltellante, più lento rispetto alla salsa, serve come base per improvvisazioni di fisarmonica e di diversi strumenti a fiato, a volte, ricorda perfino il forró del nordest brasiliano. Il Brasile è un paese ricco di cultura con più di 500 danze folkloristiche basate su ritmi indigeni africani acculturati da portoghesi, francesi, olandesi, spagnoli e italiani; il popolo brasiliano è allegro e ritmato, il paese ne è influenzato soprattutto nel nord e nel nordest fino al sud del paese. Molti studiosi sostengono addirittura che il Brasile, da Bahia in su, faccia parte, culturalmente parlando, dei Caraibi. Fu infatti la stessa nazione yoruba che arrivò sia a Bahia che a Cuba. Questo generò non solo ritmi simili, ma anche per esempio, il candomble unito alla religione cattolica che esiste sia a Cuba che a Bahia e in tutto il Brasile. Bahia è il focolaio dal quale la musica negra si propagò in tutto il Brasile, incluso Rio de Janeiro. Infatti il samba carioca fu importato dalle donne baiane.
Proseguendo l'itinerario arriviamo, quindi, alle origini di una danza chiamata lambada, che fu temprata con ritmi caraibici e dell'America Centro Meridionale ed incrementata dalla creatività illimitata del popolo che è considerato in tutto il mondo bello, meraviglioso nella sua andatura e nel suo modo di ancheggiare. La lambada nacque nello stato del nord del Brasile di nome Pará da un misto di ritmi come beguine, merengue, carimbò, sirimbò, cumbia, salsa, xote, xaxado, forrò, maxixe, gafieira, e altri. I ritmi caraibici invasero il nord del Brasile attraverso la Guiana le cui trasmissioni radio possono essere udite nitidamente dagli abitanti del Pará così come dagli abitanti di altri stati confinanti, i quali inventarono nuovi passi di danza.
Il nome "lambada" è genuinamente brasiliano. «Tomar uma lambada» significa ricevere una frustata, da qui l'associazione con la danza che è composta da movimenti rapidi ed ondulati. A partire dal nord del Minas Gerais fino all'Amazzonia è comune ascoltare un dialogo di questo tipo tra madre e figlio: «Moleque fique quieto, que estou aperriada, vou ti dar umas boas lambadas (ragazzino, stai quieto altrimenti le prendi)». In mancanza di una sferza la madre tira qualche rametto di mangueira ( l'albero del mango) o di melo cotogno sulle gambe del ragazzo. Il nome nacque dalla bocca di un meticcio in un qualunque gruppo di amici; se egli avesse avuto una sfera di cristallo avrebbe registrato e depositato il nome lambada come un marchio, a causa del grande successo che ha riscosso, e vi spiego perché. Il nostro personaggio va a ballare il forró, rela bucho (sfrega stomaco), rela coxa ( sfrega coscia), rala rala (sfrega sfrega), bate coxa (batti coscia ) (tutti nomi che si riferiscono al popolare ballo brasiliano); danza con una donna di bacino abbondante, ben tornita, invitante e provocante. e alla fine della danza commenta con un amico: «Levei umas lambadas gostosas da Maria (ho preso delle belle frustate da Maria» e il giorno successivo: «Vado a ballare il forró e a prendere alcune frustate dalla bella Maria», associando i colpi che la madre dà con i ramoscelli alle gambe del ragazzino al malizioso percotimento delle gambe della donna contro le sue cosce.
Nel nord e nel nord est brasiliano "lambada" o "lapada" si riferisce anche a un buon sorso di "pinga" sopranome dato alla bianca acquavite di canna dai bevitori stessi. Nel 1974 dj Haroldo Caraciolo (1943-1977) trasmetteva un programma mattutino a Radio Club della Città di Belém capitale del Parà. Caraciolo eseguiva musica dei caraibici chiamando lambada tutti i ritmi. La musica ha origine dal "Carimbó", grazie al maggiore divulgatore di questo ritmo, il compositore Verequete tra il 1971 e il 1979 registrò sei dischi di autentico carimbó. Il compositore Pinduca elettrificò il carimbó, seguito poi da Vieira e compagnia che mischiarono ritmi come: cumbia, merengue, salsa creando cosi un nuovo ritmo tipico ed influenzando altri compositori..
La lambada aveva nomi differenti nei diversi stati brasiliani, come a Fortaleza, capitale del Ceará o a Natal, capitale del Rio Grande del nord, dove era chiamata forró e imbigada. Nel Pará la cultura pop si legò, fin dagli Anni 70 interamente a quella folk, o popolare, a tal punto che i limiti tra le due andarono man mano dissipandosi. In verità si tratta di una multiculturalità in cui il carimbó si dissemina in diversi altri ritmi, amalgamando arcaico e contemporaneo. Per rendersi pienamente conto di questi fenomeni sarebbe necessario costituire una specie di studio del folklore post etnologico.