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la schiavitù
dall'Africa al Brasile
Durante il periodo del commercio degli schiavi si calcola che più di
due milioni di persone vennero deportate in Brasile dall'Africa.
Questi schiavi provenivano da diverse regioni africane e quindi
possedevano culture differenti, parlavano lingue diverse tra loro,
oltre al fatto che nella maggior parte dei casi facevano parte di tribù
ed etnie nemiche tra loro (cosa della quale approfittavano ampiamente i
portoghesi per fare incetta di schiavi); essi venivano distribuiti sui
tre principali porti brasiliani: Bahia, Recife e Rio de Janeiro.
I portoghesi si guardavano bene dal lasciare unite le persone
appartenenti ad una stessa tribù, al fine di rendere più difficile la
comunicazione e l'organizzazione per una eventuale rivolta.
Queste tecniche i portoghesi le avevano sperimentate precedentemente
cercando di ridurre alla schiavitù gli indios i quali però, essendo
"protetti" dalla chiesa Cattolica non si erano rivelati materiale umano
"adatto" alla schiavitù.
Dal primo momento in cui gli schiavi si resero conto che la loro
condizione, loro malgrado, era irreversibile, cominciarono ad unirsi
per organizzare la fuga e, mettendo da parte i vecchi rancori, a volte
riuscivano nel loro intento.
A Recife un gruppo di 40 schiavi si ribellò al padrone, uccisero tutti
coloro che non erano schiavi e bruciarono la fazenda; poi si
dichiararono liberi e decisero di trovare un posto in cui potessero
rimanere tranquilli, al sicuro dai cacciatori di schiavi. Si diressero
quindi verso le montagne della "Serra da Barriga" ed intrapresero un
viaggio che durò parecchi mesi e che sarebbe stato impossibile portare
a termine se non fosse stato per l'aiuto degli amici indios. Riuscirono
così a trovare un luogo ideale che, a causa della grande abbondanza di
alberi di palma, venne chiamato Palmares.
In questo luogo nacque la prima comunità di negri liberi in Brasile.
Tuttavia è sbagliato pensare che solo i negri africani abitassero nei
cosiddetti quilombos (nome dato sucessivamente a questo tipo di
comunità); infatti anche gli indios e persino alcuni europei che non
concordavano con le scelte politiche e sociali del regime di allora ne
facevano parte.
La Serra da Barriga ospitò parecchi quilombos, ma il più grande e il
più noto rimase sempre il primo: Palmares.
I quilombos resistettero quasi un secolo alle varie spedizioni
organizzate contro di loro. In queste comunità la capoeira, di cui già
ne era nato un embrione nelle fazendas, venne approfondita e sviluppata.
Nonostante nessuno voglia negare la grande influenza che la cultura
africana ebbe sulla capoeira, non si può dire che la capoeira provenga
da quel continente; essa è infatti il risultato di una mescolanza di
culture e di movimenti che in Africa non avrebbe mai potuto avere luogo.