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Capoeira, sport o cultura? parte 2
Musilbrasil.net - Giugno 2008

Mestre Chiquinho

 

mestre chiquinho

Spesso si parla di Angola o Regional come di vera capoeira. Ma questo è un errore generato da presunzione, ignoranza e desiderio di arricchirsi. La capoeira è una sola, diceva mestre Canjiquinha.

L' autore che per primo sostenne la necessità di considerare la capoeira diversamente da come è stata concepita fu Mello Morais, che nella decade del 1890, considerava già l'idea di trasformare l'arte afrobrasiliana in esporte nacional (sport nazionale). Facendo parte dell'elite bianca, Morais ne conosceva bene la retorica e si preoccupò di pubblicizzare soprattutto i valori positivi della disciplina, presentata come sportiva, meticcia, nazionale. Enfatizzando il passato glorioso a discapito degli aspetti più bui e violenti. Erano i primi passi verso una progressiva sportivizzazione.Nel 1928 lo scrittore Coelho Neto pubblicò l'articolo "Nosso Jogo" nel quale proponeva un progetto pedagogico di inclusione della capoeira nelle scuole, civili e militari, puntando l'attenzione sulla sua eccellenza come esercizio fisico e strategia di difesa personale. Nello stesso anno Aníbal Burlamaqui pubblicava il libro "Ginástica nacional (capoeiragem) metodizada e regrada" su cui spiega le regole di un utilizzo sportivo della capoeira. Il 23 luglio 1953, a Salvador, il creatore della Capoeira Regional mestre Bimba tenne un'esibizione insieme ai suoi allievi per Getúlio Vargas nel Palácio da Aclamação, occasione in cui l'allora presidente della Repubblica dichiarò: «La capoeira è l'unico sport davvero nazionale».

Oggi il movimento per la sportivizzazione della capoeira sta acquistando maggior vigore, soprattutto in relazione alla necessità di organizzarsi meglio per produrre di più. Molti gruppi si stanno adattando alla logica del sistema sportivo, che permette anche una maggior ritorno dal punto di vista del marketing. Attualmente ci sono più di venti federazioni vincolate alla Cbc (Confederação brasileira de capoeira). Ma questa tendenza sta incontrando anche molte resistenze e forti critiche e si ritiene che gli interessi di fondo siano personali o corporativi piuttosto che finalizzati a una migliore organizzazione.

E' importante sottolineare che l'inclusione della capoeira nella Confederação brasileira de pugilismo (Cbp) il 1º gennaio 973 e la sua successiva regolamentazione non ebbero molta risonanza né fecero presa sui numerosi punti di riferimento nazionali della disciplina. Con la creazione dalla Cbc nel 1992, invece, si rese esplicito un tentativo di applicare la politica sportiva a quest'arte con la chiara intenzione di normare e unificare le varie tendenze, per evitare la diffusione di insegnanti non qualificati e di false tradizioni che portino al caos e alla rovina più completa la capoeira, soprattutto in ambito internazionale. Nonostante ciò l'arte afrobrasiliana si è diffusa nel mondo soprattutto come simbolo e manifestazione della cultura brasiliana e come tale è amata ed apprezzata da molti.

Nel discorso proferito il 19 agosto 2004 per i rappresentanti delle Nazioni unite a Ginevra, il ministro della Cultura brasiliano disse: «Non è facile per la capoeira mettere piede nel mondo» e trasformarsi in un arte planetaria. «Molte sono state le avversità incontrate nel corso della storia: preconcetti sociali e razziali, persecuzioni della polizia e rifiuto da parte delle elite». In quella occasione il ministro annunciò che il governo brasiliano era pronto a effettuare una forma di "riparazione storica" per questa manifestazione degli africani schiavizzati in brasile. E in quell'occasione, in Europa e davanti al mondo intero, promosse il lancio di un futuro Programma brasiliano per la capoeira. A questo punto non dobbiamo dimenticare il significato originario della disciplina e le circostanze in cui fu creata: una produzione culturale meticcia dell'epoca della schiavitù che serviva come strategia fisica per ottenere la libertà e con lo scopo di contestare e lottare contro regole di dominazione sociale oppressive, umilianti e violente. Così al contrario dello sport, il cui messaggio principale, come già detto, sta nel raggiungimento e nella comparazione di obiettivi, con conseguenze immediate di selezione, specializzazione e strumentalizzazione, il messaggio della capoeira, imbevuta dei suoi gesti, rituali e canti suggerisce indeterminazione, rottura e ambiguità. La sua arte è la mandinga che riflette l'interiorità, una visione propria del mondo, incompatibile con l'imposizione e il regolamento. Ancora una volta l'ambiguità sembra essere una componente intrinseca della capoeira. All'analisi può denotare indeterminazione, incertezza, dubbio, ma questa non è una carenza o un difetto. Si tratta invece di una proprietà unica, che contiene allo sesso tempo varie dimensioni simultanee. In questa concezione è pressoché impossibile poter incasellare la capoeira, definirla e decidere se chiamarla arte o sport.

E' in questa concezione multisfaccettata che si inserisce la necessità di riconoscere una dimensione propria e unica alla capoeira. In questo contesto è necessario anche lo sforzo politico per poter accompagnare con strumenti comunicativi, organizzativi ed economici la definizione di questa identità, anche e soprattutto per poter creare un riferimento per tutti quegli insegnanti che stanno diffondendo la capoeira e la cultura brasiliana nel mondo. La conoscenza della politica sportiva, dei suoi strumenti e soprattutto della sua esperienza dovrà essere sempre tenuta presente, ma la definizione di ciò che è capoeira e di come dovrà essere trasmessa non potrà prescindere dai suoi elementi costituitivi: la capoeira è fatta in primo luogo di persone, di maestri che contengono in sé l'essenza di generazioni di insegnamento, di una genealogia di mestre che affonda le radici nelle origini della cultura brasiliana. Qualunque forma di organizzazione dovrà basarsi in primo luogo su di essi e sulla loro conoscenza, nel rispetto assoluto di ciascun punto di vista e tradizione.

Spesso oggi si parla di Angola o Regional come della «vera» capoeira, a scapito di tutte le altre. Ma questo è un grande errore generato da presunzione, ignoranza e desiderio di arricchirsi. «A capoeira é uma só», diceva mestre Canjiquinha , la capoeira è una sola con un modo di manifestarsi diverso per ogni capoeirista che cammina sulla terra. L'importante è scorgere in questo capoeirista la conoscenza dei fondamenti che si ottengono con la fiducia nel proprio maestro, il lavoro e la continua ricerca, uniti al rispetto per ogni essere umano.

Riferimento principale di questa ricerca è José Luiz Cirqueira , alias mestre Falcão , Università Federal di Santa Catarina (Ufsc), insegnante di capoeira. Altri riferimenti:
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