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Allievi bambini e adulti
Musilbrasil.net - Febbraio 2008
Mestre Chiquinho
Tra il 1991 e il 1993 nelle strade del Brasile sono stati uccisi circa cinquemila bambini (più di 4 al giorno). Le statistiche non sono però in grado di fornire dati precisi sul numero di minori che vivono per strada; il numero oscilla tra i tre e i diciotto milioni. Nonostante l'impegno di molte organizzazioni internazionali, agenzie governative e private che hanno avanzato e attuato molti progetti di recupero e di intervento nei quartieri a rischio delle città brasiliane, gli "squadroni della morte" continuano incessantemente il lavoro di "pulizia". Dopo il massacro di otto bambini di fronte alla cattedrale Candelaria di Rio (Luglio 1993), uno dei casi più pubblicizzati ma non tra i più feroci, è emerso che le agenzie alle quali si rivolge l'elite carioca per la propria sicurezza sono composte per lo più da poliziotti statali che come secondo lavoro svolgono la professione di children's killer . In realtà, come mostra la cronaca, sono spesso liberi di svolgere la stessa cruenta attività anche durante il servizio. Le strategie adottate dalle organizzazioni umanitarie sono rivolte soprattutto ai meninos de rua (i bambini di strada), quelli cioè che vivono giorno e notte in strada, lavorando come lucidascarpe o lavavetri, nella maggior parte dei casi abbandonati dalla famiglia o fuggiti da casa. Esistono però milioni di minori, os meninos na rua (bambini nella strada), che conservano legami famigliari e che sono costretti a lavorare proprio per la famiglia. Il limite tra bambini ad alto rischio, bambini nella strada o bambini della strada è comunque molto labile e si stima che il numero totale sia di trenta milioni di individui (un terzo dei quali non arriva al diciottesimo anno). Le associazioni sono infatti organi che si propongono di migliorare le condizioni di vita delle persone e di togliere dalla strada i bambini. Sono molte le attività che esse svolgono: dall'istruzione all'attività fisica, danza classica, scuola di circo, samba e capoeira. Impartire loro queste conoscienze consente a questi ragazzi di poter organizzarsi un futuro lavorativo e legale che permetterà loro di vivere dignitosamente e con uno stimolo costante al miglioramento proprio e della società che li circonda.
Come mestre di capoeira sono cosciente che non esiste soddisfazione più grande che insegnare la capoeira ai bambini. Questo perché un bambino é sincero, non ha ancora la malizia e la cattiveria degli adulti ed è quindi possibile dargli fiducia in tutto. Un mestre in più nella vita di una persona dovrebbe ricoprire un ruolo importante, ma in realtà non sempre si riesce ad ottenere dagli adulti il rispetto dovuto, mentre i bambini con molta sincerità riconoscono la figura del maestro e la rispettano. La capoeira tende a sviluppare al massimo le nostre potenzialità, facilitando il raggiungimento di un buon equilibrio emotivo, educando a non usare la violenza come opzione di comportamento, favorendo l'integrazione dei membri di una comunità attraverso la pratica sportiva. In tale modo, essa facilita l'assunzione di un migliore controllo del proprio corpo, così come la formazione del carattere. Agilità ed intuito sono fortemente sviluppati in questa disciplina psicofisica spettacolare. Facendo lavorare integralmente ed armonicamente il corpo, la capoeira rende possibile l'aumento della flessibilità ed elasticità, dell'equilibrio e della coordinazione motoria, educando il corpo al ritmo ed alla musicalità.
Questa disciplina è considerata dagli specialisti come lo sport più completo e perfetto, affascinante sia per chi lo pratica che per chi vi assiste: è una ginnastica completa, tanto da essere adottata come materia di insegnamento nelle scuole e università statunitensi, francesi e tedesche, oltre che, naturalmente, in quelle brasiliane. Essa trae origine da antiche danze rituali del Congo e dell'Angola e fu utilizzata originariamente come forma di autodifesa, mascherata con musica e danza. Si può quindi definire la capoeira sia danza che gioco che lotta. Danza, perché educa attraverso l'utilizzo della musica e del ritmo al movimento, che é sempre fluido ed armonico. Gioco, perché tramite esso viene stimolata la creatività ed esorcizzata timidezza e paura. Inoltre perché il gioco è l'elemento più semplice per creare complicità e armonia all'interno di un gruppo, stimolando la socializzazione fra gli individui. Lotta, perché è anche una forma di autodifesa che rafforza la personalità, il carattere e porta alla conoscenza del proprio corpo e delle sue possibilità.
Questi tre elementi - danza gioco e lotta - equilibrati fra loro, portano a un armonioso sviluppo delle potenzialità sia fisiche che mentali del praticante:
- stimolano la coordinazione motoria e psichica;
- sviluppano maggiore consapevolezza, coscienza ed equilibrio tra lato destro e sinistro;
- sviluppano una maggiore coscienza del concetto di "fronte - retro" e "sopra - sotto";
- accrescono agilità' rapidità e prontezza sia fisica che mentale: il praticante è costantemente stimolato a portare la massima attenzione a ciò che fa;
- sviluppano autodisciplina e autoconcentrazione;
- sviluppano il senso del ritmo e della musicalità;
- creano e ampliano coesione, amicizia, senso di unione e di rispetto per gli altri;
- sviluppano la dimensione culturale della capoeira La capoeira si svolge all'interno di una roda (ruota), che è formata da un cerchio di persone, dove coesistono gli elementi già citati: danza, gioco e lotta. Nella roda esistono ruoli prestabiliti: ci sono i suonatori degli strumenti, il cantante solista, il coro e infine al centro la coppia di persone che "giocano". La particolarità consiste nel fatto che tutti i partecipanti piano piano devono saper svolgere tutti i ruoli. La roda è come un grande teatro dove il gruppo si esprime e al contempo ogni singolo afferma la propria individualità. Lo scopo del gioco non è la violenza, bensì l'armonia nel dialogo, sia fisico che mentale, fra i partecipanti. La roda si svolge in un clima festoso e coinvolgente, dove anche la competizione viene vissuta in maniera leale e priva di contrasti: «Un bravo capoerista è colui che riesce a creare un bel gioco anche col principiante».
Io insegno in Italia capoeira dal 1991. In tanti anni ho conosciuto diversi allievi e negli ultimi tempi mi sono sentito tradire da molti di loro. Questo è accaduto perché da parte dell'allievo si arriva a un punto in cui la fiducia nel proprio io offusca la mente. Venendo meno la lucidità, non si riconosce più il maestro e il rispetto a lui dovuto.
Allievi presuntosi che hanno rinnegato tutti i miei insegnamenti e creandomi concorrenza sleale nella mia stessa città. Ritengo che siano persone suggiocate dal nuovo trend di evoluzione della capoeira che ne porta a una sua commercializzazione. con il risultato di trovare insegnanti privi delle adeguate conoscenze storiche, sociologiche e comportamentali, che finiscono con battagliarsi a suon di lezioni a prezzi "cinesi". Sminuendo così il lavoro e la professionalità di persone che hanno dedicato la loro vita per tramandarne la vera essenza. Basti ricordare Mestre Pastinha, morto solo e cieco, mentre in strada ragazzini esibivano la loro capoeira fatta di salti e muscoli pompati.
Mi trovo così spesso in situazioni spiacevoli da gestire all'interno di incontri di capoeira, dove ex allievi non ha nemmeno l'educazione di salutarmi con rispetto, non per il mio titolo, ma per la mia persona. O persone che rifiutano i miei insegnamenti e consigli di vita confidando in soluzioni più efficaci per costruire muscoli; che verranno esibiti nelle rappresentazioni insieme a calci acrobatici privati del loro contesto di gioco.
Chora menino nhenhenhém
o menino choró nhenhenhém
Se choró quer mamãe nhenhénhem
Oppure l'egocentrismo e l'eccessiva fiducia nelle proprie capacità e nella presunzione di aver superato anche il maestro, ha portato all'allontanamento di individui dalle grosse potenzialità. Così come l'umiliazione di subire un colpo causata da una difesa errata, viene interpretata come una forma di punizione, quando invece sono io il primo a tutelare tutti i miei allievi calmandone spesso gli animi. Ahimè taluni comportamenti vanno a gravare sull'unione del gruppo, privandolo anche di elementi di riferimento per i principianti.
Ho voluto raccontare questi avvenimenti per denunciare la mancanza di rispetto e umiltà per il lavoro di tutti noi maestri di capoeira. Tutti possono essere maestri, tutti possono cambiare insegnante durante a propria crescita, ma tutti devono rispettare due cose:
1) La persona che con pazienza insegna e ha l'intelligenza di capire i suoi allievi.
2) La cultura che i brasiliani portano come ambasciatori in giro per il mondo per creare uno scambio interculturale. Non dimentichiamo che la capoeira rimane comunque una manifestazione di cultura brasiliana.
Io mi sono iscritto insieme a maestro Mestre Paulinho Gruppo Capoeira Ginga Carioca di Roma - Cel 333 3559914 http://www.capoeira.roma.it/
e.mail: associazione@capoeira.roma.it alla Federazione Italiana di Capoeira in cui presidente si chiama Mestre RogerioVieira. - Gruppo Capoeira Anjos -
Torino - Tel. 011 220 75 42 http://www.capoeira.it/ - e.mail: federazione@capoeira.it Entità Nazionale di Direzione Amministrativa, Regolamentazione e Fiscalizzazione Sportiva della Capoeira associata a Fijlcam Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali di Roma collegata al Coni.
La mia filosofia di capoeira é differente da quella di Mestre Rogério Vieira, ma sono convinto che con il riconoscimento e il rispetto delle varie filosofie si può raggiungere l'unione e i risultati sperati. Siamo già in tre maestri e altre adesione stano arrivando. Non posso evitare di trascrivere i pareri di diversi maestri di Salvador Bahia che hanno visto la mancanza di rispetto da parte del governo nei confronti della capoeira come tema del Carnavale 2008 senza avere ricevuto riconoscenza o appoggio. Noi, maestri uniti in Europa, possiamo mettere ordine in questo caos applicando il vecchio detto: «L'unione fa la forza».
Bahia: Mestres capoeiristas reclamam de falta de prestígio durante il carnevale 2008 ( Bahia: Mestres di capoeira reclamano la mancanza di considerazione nei loro confronti) Mestre Lua Rasta: Per Gilson Fernandes, mestre Lua Rasta, 57, «La colpa è di tutti noi e dovuta alla mancanza di unità».
Mestre Curio: Jaime Martins dos Santos, o mestre Curió, 71 anos, «E' una mancanza di rispetto molto grande per la capoeira. Un omaggio fatto di bugie».
Mestre Decanio: "C'è molta disorganizzazione», critica.
Mestre João Pequeno: «Un mestre di capoeira merita rispetto perché è anche un artista».
Mestre Nenel: Figlio mestre Bimba, mestre Nenel, 47, «Non è una sorpresa la mancanza di rispetto: abbiamo più valore fuori del Brasile».
Voglio ricordare che il mio gruppo di capoeira Oloxum riesce a sopravvivere anche grazie all'aiuto dei miei allievi di fiducia ai quali riconosco tutto il lavoro, le capacità e il rispetto che sempre dimostrano anche davanti agli inviti di altri "maestri" che scorrettamente cercano di farli allontanare dai mie insegnamenti: un ringraziamento per la partecipazione costante e l'impegno a tutti i miei allievi di Bologna: Daniel Marchiori - Fofão - Contra mestre, Tomas Addari - Macaco - Monitor, Tommaso Terenziani - Dendé - Formado, Emili Iori - Samara, Giulia Murgianu - Tempestade, Katia Bonini - Bom Dia , Francesco Gualdrini - Maré, Ziri Salvatori - Araragaio, Pellini Matteo - Estilingue, Graldi Andrea - Coqueirinho, Buzzi Carlo - Vagalume, Graziani Alessandro - Meia Lua, Girimonte Alfredo - Gancho Ruzizi, Gualdrini Giovanni - Menino, Crema Laura - Sinhazinha, Croce Rossella - Tainha, Stagni Maurizio - Ginga, - Viola Tarozzi - Sol . Marco Trono - Ursão.
E di Reggio Emilia: Palestra Lets dance www.letsdance.it - Claudio Ferrari - Forrobodó, Giorgio Incerti - Gafanhoto, Vanessa Quartaroli - Brasileirinha, Riccardo Menozzi - Açai, Nicola Gaddi - Mola, Matteo Gaddi - Mano, Massimo Ficarelli - Interessado, Alberto Claser - Loirinho, Giulia Galli - Risadinha, Riverberi Fabio - manteiga, Simone Bianchessi - Palmito, Gemma Bigi - Gemada, Marco Tondelli - Tondolino, Antonello Fallucca - Fio, Corrado Vezzosi - Fofó, Damiano Bertolini - Dambau, Francesca Correggi - Aymoré, Francesca Sestito - Maracujá, Terenziani Carlotta - Paçoca, Mirco Nasi - Ouriço, Bertolani Andrea - Caranguejo - Augusto Valeriani -Violero
L'associazione Oloxum lavora da diversi anni con i giovani, sviluppando la capoeira in due ambiti: da un lato tramite corsi all'interno di palestre, dall'altro con laboratori finalizzati e mirati a specifici progetti pedagogici sul territorio e per scuole, cooperative e altri enti.