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I padri della capoeira
Musilbrasil.net - Novembre 2007
Mestre Chiquinho
Mestre Waldemar (Waldemar Rodrigues da Paixão, Ilha de Maré - Bahia 22/02/1916, Salvador - Bahia 1990)
Il famoso capoeirista baiano era anche conosciuto come Waldemar da Liberdade o Waldemar do Pero Vaz , dai nomi del quartiere e della strada in cui "giocò" la propria capoeira. Egli iniziò a praricare capoeira nel 1936, a 20 anni di età e fu allievo dai maestri Pardo, Peripiri, Talabi, Siri-de-Mangue e Ricardo de Ilha de Maré . Mestre Waldemar diceva: «Ho cercato questi uomini perché mi insegnassero, perché potessi diventare professionale». Cominciò ad insegnare capoeira nel 1940 a Salvador, nella Rampa do mercado na cidade baixa, anno in cui iniziò anche a tenere rappresentazioni nella Estrada da Liberdade (si chiamava allora Corta-Braço) che a quel tempo era un luogo distante dal centro e dalle grandi concentrazioni di popolazione nera: «Prima stavo all'aria aperta. Poi feci una capanna di paglia e tutti i capoeiristi di Bahia venivano qui per giocare». Pian piano la roda di Mestre Waldemar divenne uno dei più importanti punti di incontro dei capoeiristi baiani, al pari di Alto de Amaralina, dove Mestre Bimba organizzava la roda tutte le domeniche, o Largo do Pelourinho, dove teneva la roda Mestre Pastinha , o ancora Chame-Chame per Cobrinha Verde. Mestre Waldemar insegnava a giocare la capoeira lenta e quella veloce, la più folklorica e quella più combattiva, pur prediligendo il gioco calmo e contenuto. Questà varietà era un tratto distintivo del suo insegnamento che lo distingueva dagli altri mestre. Durante gli anni 50 molti artisti e accademici gli fecero visita, come gli antropologi Anthony Leeds e Simone Dreyfus , lo scultore Màrio Cravo e il pittore Carybé . Naturalmente anche altri importanti mestre visitavano le sue roda, come Mestre Cobrinha verde, Mestre Bimba, Mestre Traira e Mestre Canjiquinha. Waldemar fu una figura molto importante del suo tempo, molto amato e riconosciuto, contribuì a definire alcune delle caratteristiche della capoeira come noi la conosciamo. Il grupo da Liberdade ad esempio fu il primo ad introdurre il canto sistematico della ladainha all'apertura della roda. Ancora Mestre Waldemar stesso rivendicò di essere stato il primo a dipingere i berimbau. Oggi Waldemar è una figura poco ricordata dagli allievi più giovani, a dispetto della sua storia. Una delle ragioni principali è che, come per molti altri capoeiristi dell'epoca, la sua immagine fu offuscata dalle figure dei due grandi mestre, Bimba e Pastinha che, anche grazie all'utilizzo politico che fu fatto della loro immagine, godettero di grande gloria e visibilità. Oltre a questo va aggiunto il carattere personale di Mestre Waldemar, poco incline ad apparire e a mostrarsi più di quanto ritenesse necessario. Al giorno d'oggi quindi la sua fama è principalmente quella di cantador e tocador de berimbau , nonche di abile artista e decoratore di berimbau, nonostante fosse un ottimo insegnante ed un capoeirista valente e rispettato. Una delle sue maggiori fonti di sostentamento era proprio la vendita dei berimbau dipinti ai turisti. Come tutti i buoni capoeiristi del periodo morì nell'ombra. Ammalato di Parkinson, negli ultimi anni dovette rinunciare al gioco e alla musica, tranne l'incisione di un disco come cantante assieme a mestre Canjiquinha nel 1980 e alcune collaborazioni con altri musicisti. Morì a Bahia nel 1990. Nel libro "Bahia: imagens da terra e do povo" (1964), Odorico Tavares descrive una roda giocata una domenica sera nella capanna di Waldemar nella Corta-Braço, nella Estrada da Liberdade: «Con i musicisti al suo fianco il mestre alza la voce, iniziando il canto. I goicatori, due in numero, stanno in cócora, davanti a lui. La litania che il mestre canta da solista è lenta e già i capoeiras la accompagnano con movimenti ancora più lenti, come due serpenti che iniziano a muoversi: osservo i visitatori attentamente, è come se quegli uomini non avessero le ossa, le loro membra sembrano ricevere un impulso quasi invisibile, da dentro a fuori. (...) Gli uomini non si toccano in difese ed attacchi che si succedono in secondi, imprevedibili. E' un miracolo che la violenza di un attacco diventi un altro attacco, in cui nessuno si tocca, nessuno si ferisce, nessuno grida. E' un combattimento, è una danza che dura due ore». Waldemar ci racconta del rispetto verso la sua figura de Mestre: «Non avevo mai liti con nessuno, perché fui sempre rispettato, nemmeno nessuno mi sfidò mai. Se mi sfidavano a giocare, qualche mestre che si presentava qui, la mia testa era quella che risolveva. Mi rispettavano molto, i miei alunni. E non c'erano mai liti, perché io li osservavo, così loro venivano ai miei piedi e nessuno litigava». Nell'antica capoeira, come ci ricorda la letteratura, c'erano spesso conflitti tra i cosiddetti "valentões" , ma il rispetti per i mestres è di fatto na caratteristica che marca la buona tradizione capoeira e i vecchi mestre possono contare sulla posizione che si sono guadagnati nelle rodas del proprio tempo. Inerrogato sulla composizione della bateria rispose: «Per prima cosa occorre suonare un buon berimbau. Tre berimbaus: un berra-boi, un viola e un gunga. Poi adesso, con questa nuova moda è apparso un atabaque, ma in origine c'erano tre pandeiros, tre berimbaus e un reco-reco. E anche lo strumento per accompagnare il berimbau, per aiutarlo, il caxixi, e c'è anche l' agogô. Poi misero l'atabaque nella roda di capoeira, ma questo non c'è».
Ancora Mestre Waldemar: « Quando em tava jogando, eu dizia: toque um angola dobrado. É embolado, ninguém dá um salto. É um por dentro do outro, passando, armando tesoura, se arriando todo. Parece que eu to vendo jogar. Eu joguei muito. (...) Eu gostava de jogar lento, pra saber o que eu faço. Pelo meu canto você tira. Eu canto pra qualquer menino jogar, e ele joga sem defeito. Para os meus alunos eu digo que vou cantar e eles já sabem o que eu quero: são bento pequeno. É o primeiro toque meu. Para o outro tocador eu digo: ‘de cima para baixo', e ele sabe que é são bento grande. Para a viola eu digo: repique, e ele bota a viola pra chorar». «Tenho orgulho inda na minha garganta, de gritar minhas ladainhas. Canto amarrado da capoeira angola. Isso eu não achei quem cantasse mais do que eu. Ainda não achei. Se mulher pariu homem, pra cantar não se cria».
Canjiquinha (Washington Bruno da Silva, Salvador - Bahia 25/10/1925, 08/11/1994)
«A Capoeira é alegria, é encanto, é segredo».
Washington Bruno da Silva , nacque a Salvador (BA) nel Maciel de baixo n. 6, vicino al Pelourinho, figlio di José Bruno da Silva, un grande sarto, e di Amália Maria da Conceição, una lavandaia. Imparò la capoeira con Antônio Raimundo , il leggendario Aberrê di Santo Amaro da Purificaçao, iniziando a soli 11 anni. L'incontro col suo grande mestre avvenne in un luogo chiamato banheiro de seu Otaviano nella baixa do Tubo, una domenica dell'anno 1935. Mestre Aberrê lo invitò a partecipare al gioco che stava facendo e grazie all'agilità dimostrata dal giovane Canjiquinha decise di iniziare ad allenarlo. In questo periodo incontrò personaggi come Onça Preta, Rosendo, Chico Três Pedaços, Zé de Brotas, Silva Boi, Dudu, Maré e molti altri. Lo allenò per 8 anni, finche il Mestre disse: « Meu filho você corre este lugar aí, o que você ver de bom você pega e de ruim você deixa pra lá» (Figlio mio vattene di qui, ciò che vedrai di buono prendilo per te, ciò che è male lascialo). Imparò invece a suonare il berimbau e a cantare capoeira, samba, semba, maculele, samba de angola, puxada de rede e tutto il vastissimo repertorio che conosceva con Mestre Zeca do Paraguay , un famoso negro africano che lotto nella guerra tra Brasile e Paraguay. Nella sua vita Mestre Canjiquinha fece molti mestieri, come il calzolaio, si distinse anche nel calcio giocando nell'Ypiranga Esporte Clube, la squadra più importante di Bahia, e fu cantante di bolero. Il suo nome, che significa letteralmente «brodo di gallina», lo deve al samba di Roberto Martins cantato da Carmen Miranda "Canjiquinha quente", che cantava continuamente. Fu un visionario della capoeira, ripeteva sempre ai suoi alunni: «La capoeira non ha un credo, non ha un colore, non ha una bandiera, è del popolo, corre per il mondo». Aveva un modo tutto suo di suonare il berimbau, che teneva con la mano destra e batteva con la bacchetta nella mano sinistra, tenendo il berimbau all'altezza del petto. Era un cantante di grande abilità, come pochi se ne vedevano, e divenne celebre per il suo vasto repertorio nonché per la grande abilità ad improvvisare e per il suo recupero delle tradizioni musicali popolari (ad esempio jogo de dentro, muzenza, samango, samba de angola e altri). Fu il più ricercato tra i capoeiristi dell'epoca e veniva richiesto continuamente, sia a Bahia che fuori, era soprannominato «Alegria da Capoeira». Canjiquinha, pur non essendo mai stato suo alunno, insegnò come contramestre nell'academia di Mestre Pastinha . Quando se ne andò fondò la propria accademia, l' Associação De Capoeira Canjiquinha e Seus Amigos, il 22 maggio del 1952, dalla quale passarono molti grandi capoeiras , alcuni dei quali sono oggi rinomati mestres: Manoel Pé de Bode, Antonio Diabo, Foca, Roberto Grande, Roberto Veneno, Roberto Macaco, Burro Inchado, Cristo Seco, Garrafão, Sibe, Alberto, Paulo Dedinho (conosciuto oggi come Paulo dos Anjos ), Madame Geni (conosciuto oggi come Geni Capoeira ), Olhando Pra Lua (conosciuto oggi come Lua Rasta ), Brasília, Sapo, Peixinho Mine-saia, Papagaio, Satubinha, Vitos Careca, Cabeleira, Língua de Teiú, Urso, Bola de Sal, Boemia Tropical, Salta Moita, Melhoral, Lucidío, Bico de Bule, Bando, Dodô, Salomé, Mercedes, Palio, Cigana, Urubu de Botina e numerosi altri. Canjiquinha nella sua academia non formò mai alunni di varie graduazioni, seguiva invece la seguente suddivisione: aluno, profissional, contramestre ed infine mestre. Nel suo libro "Vivencia e Fundamentos de um Mestre de Capoeira", Mestre Brasìlia, il più importante dei suoi allievi diretti, ricorda Canjiquinha come un personaggio poliedrico, non senza aspetti oscuri, ma caratterizzato da una grande correttezza morale, dall'amore per la conoscenza, non aveva bisogno di dimostrare nulla e non inventava, trasmetteva conoscenze certe ed amava i propri allievi. Partecipò anche ai film "O Pagador de Promessas" (vincitore della Palma d'oro a Cannes), "Operação Tumulto", "Capitães de areia", "Barravento", "Senhor dos Navegantes", "Samba" e "A moça Daquela Hora". Inoltre ad alcuni fotoromanzi con Sílvio César e Leni Lyra . Fondò il Conjunto Folclórico Aberrê. Nonostante la sua indubbia fama, Mestre Canjiquinha ha sempre detestato rappresentare la capoeira nelle piazze pubbliche, senza una divisa e il rituale che merita e sosteneva che «in questo modo si toglie la purezza e si svalorizza il mio sport». Per Canjiquinha la capoeira è «un teatro della vita», e soprattutto « Capoeira è uma só, não é angola e nem regional é capoeira». Secondo mestre Canjiquinha dividere o decidere che solo un aspetto della capoeira ha valore è come ucciderla, il berimbau decide il gioco che deve essere fatto e il capoeira può solo adeguarsi ad esso e farsi guidare: «quando il ritmo è basso si gioca la capoeira primitiva (Angola) e quando é alto si gioca Regional». Le parole di Mestre Canjiquinha: «O Mestre é um só, não se muda nunca de mestre, voce começa com ele e vai até o final». «O Mestre representa os seus pais na capoeira é um conselheiro um amigo experiente, um irmão». «Para aprender a ser um bom mestre, primeiro de tudo deve se, aprender a ser um bom discipulo».