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I padri della capoeira
Musilbrasil.net - Ottobre 2007
Mestre Chiquinho
MESTRE BIMBA (Manoel dos Reis Machado - Salvador-Bahia 23/11/1900 - 05/02/1974)
Manoel dos Reis Machado detto Bimba nasce il 23 novembre del 1899 nel quartiere di Engenho Velho, nella città di Salvador, Bahia. Suo padre si chiamava Luis Cândido Machado , sua madre, Maria Martinha do Bonfim . Il soprannome di bimba (piccolo pene) lo ricevette alla nascita, era l'aggettivo dalla levatrice per definire il suo sesso alla madre che lo scambiò per una bambina. Iniziò ad apprendere la capoeira a dodici anni e il suo maestro fu il negro Bentinho , ma aveva già appreso a lottare dal padre, un famoso praticante di batuque, lotta africana rituale praticata con le sole gambe che si poneva come obiettivo l'atterramento dell'avversario. Mestre Bimba dava lezioni già da anni (almeno dal 1928) ed era uno dei più famosi e rispettati capoeiristi di Bahia quando nel 1937 ricevette un invito dal presidente del Brasile Getúlio Vargas per fare una dimostrazione nella capitale. Ed è anche passato alla storia per essere stato il primo capoeirista ad esibirsi davanti a un presidente della repubblica. Dopo il successo della presentazione il mestre tornò a Salvador de Bahia con il permesso del governo per l'apertura della prima scuola di capoeira autorizzata in Brasile. In realtà la scuola esisteva già da anni: l'apertura era avvenuta già nel '32, sotto l'ingannevole nome di Centro de cultura fisica regional. Getúlio Vargas in quell'occasione dichiarò che la capoeira era l'unico sport davvero brasiliano, e questo fu il primo passo verso uno sviluppo più aperto della capoeira, che finalmente usciva alla luce del sole. Mestre Bimba chiamava la propria capoeira Luta regional baiana a sottolineare il carattere strettamente brasiliano, anzi baiano, della disciplina, in una concezione che si adattava perfettamente alle necessità della classe politica predominante in quel tempo in Brasile. Vargas era infatti alla ricerca di simboli sotto cui unificare tutto il popolo brasiliano, soprattutto i ceti più umili. La capoeira di mestre Bimba era dunque perfetta per questo scopo. La disciplina afrobrasiliana fu inserita in un programma di riforme scolastiche inerenti l'educazione fisica che diventò lo strumento per creare menti e corpi disciplinati, in cui il professore fungeva da superiore. La metodologia d'insegnamento europea (nello specifico francese) si fondeva ai discorsi nazionalistici e all'obiettivo di ottenere un maggiore controllo sociale, dando vita a un iter di carattere militare nella pratica dell'educazione fisica. Grazie al metodo d'insegnamento creato nell'ambito della Luta regional baiana, Mestre Bimba ricevette dal presidente Getúlio Vargas ringraziamenti ufficiali per l'investimento personale e continuativo nei confronti dell'educazione fisica brasiliana con la consacrazione della capoeira, che di lì in avanti sarebbe stata considerata Luta nacional brasileira . Bimba creò un metodo (sequenza) che univa alla capoeira antica (detta capoeira angola, nel quale era bravissimo) a tecniche di danze africana (come batuque, samba de viola, macuelelê, squiva, boxe, movimenti di lotte orientali e altri) ad aspetti della boxe occidentale e delle arti marziali orientali (judo, ju-jitsu), pur mantenendo viva la tradizione. Non dimentichiamo che Bimba era un capace capoeirista, intelligente, carismatico, un lottatore temuto, tanto che sembra non sia mai stato sconfitto in una lotta pubblica. Egli era ammirato e venerato dai suoi allievi e discriminato dagli oppositori, tra cui troviamo molti artisti ed intellettuali di Salvador de Bahia, principalmente per ragioni politiche ed ideologiche. Tutte queste qualità e caratteristiche personali erano confluite nella Capoeira Regional e nel suo metodo di lavoro, rendendola qualcosa di decisamente rivoluzionario. Inoltre in questo modo la disciplina era stata resa accessibile a tutti, di qualunque classe sociale. Era uscita dalla marginalità aprendosi anche alla possibilità di diventare una risorsa economica. A tutt'oggi la capoeira è sport nazionale brasiliano. Agli allievi di Mestre Bimba erano tuttavia richieste anche dimostrazioni di impegno che andassero al di là delle pareti della palestra e delle rappresentazioni pubbliche: ogni allievo aveva l'obbligo di lavorare o di frequentare la scuola, con tanto di verifica del voto da parte del maestro. A questo proposito vale la pena di ricordare che un recente provvedimento impone ai maestri di nuova formazione di frequentare l'università e di ottenere un diploma per poter essere riconosciuti dallo stato come tali. In questo modo la capoeira viene legata a stimoli costruttivi per la società che le permettano di crescere e svilupparsi al suo interno. Diverse scuole ancora oggi insegnano secondo la metodologia di Mestre Bimba ed egli ha molti seguaci in tutto il mondo. Purtroppo spesso il suo nome è abusato e molti insegnanti accostano al nome della propria capoeira quello di Mestre Bimba per descrivere una pratica fatta di salti, acrobazie e spettacolo, troppe volte priva di fondamento. Non dimentichiamo che la Capoeira Regional ha una struttura didattica chiara e definita, basata sulle otto sequenze create da Bimba, ha un ben preciso stile di gioco, con ritmi propri in cui gli aspetti acrobatici hanno un ruolo ed un ambito di pratica ben preciso e per certi aspetti marginale. Nonostante tutta questa gloria Mestre Bimba morì in povertà.
MESTRE PASTINHA (Vincente Ferreira Pastinha, Salvador-Bahia 05/04/1889-13/11/1981)
Vincente Ferreira Pastinha nacque nel 1889 a Salvador, da padre un d'origine spagnola, e madre bahiana.
Mestre Pastinha racconta il suo incontro con la capoeira: «Quando avevo circa dieci anni, un altro bambino più grande di me diventò mio rivale. Quando uscivo da solo - ad esempio per andare in bottega a fare compere - noi litigavamo e finiva sempre che le prendevo da lui. Un giorno, dalla finestra di casa sua, un vecchio africano assistette a un nostro litigio: vedendo che piangevo mi disse: "Vieni qui figlio mio, tu non puoi farcela con lui, sai? Lui è più grande di te. Il tempo che tu perdi piangendo di rabbia puoi spenderlo venendo nel mio casolare, così ti insegno una cosa molto valida". Fu ciò che mi disse il vecchio e io andai». A quell'epoca Mestre Pastinha aveva 10 anni e il suo vecchio maestro si chiamava Bendito . In realtà Bendito non si limitò a insegnargli come difendersi, ma gli trasmise tutta la ricchezza di una cultura quasi scomparsa. E Pastinha a 12 anni si arruolò all'accademia navale per diventare marinaio. A vent'anni, quando ne uscì, aprì la sua prima scuola di capoeira, all'interno di una officina per biciclette, che rimase attiva dal 1910 al 1922. Oltre ad essere capoeirista, Mestre Pastinha fu anche pittore, come testimonia egli stesso: «Ho sempre cercato di vivere della mia arte. La mia arte è quella del pittore, artista».
Dopo il 1922 si allontanò da Bahia, sua città natale, e interruppe per lunghi anni l'insegnamento, fino a quando un suo ex alunno lo portò a una roda di mestres , tra i quali il riverito mestre Amozinho . In quella roda Pastinha spiccò per le sue conoscenze e competenze. Nel 1941 mestre Amozinho gli offerse la guida della propria accademia: nasceva il "Centro esportivo de Capoeira Angola" nel quartiere del Pelourinho. Mestre Pastinha era diventato il custode dell'antica arte afrobrasiliana della capoeira. La capoeira di Mestre Pastinha fu molto apprezzata dagli intellettuali baiani e dagli artisti dell'epoca. Egli fu molto amico anche di Jorge Amado, che lo cita in alcuni dei suoi libri. La Capoeira Angola nasce da basi esattamente opposte a quelle della Capoeira Regional, a partire dai mestres che ne sono considerati i fondatori. Nel suo tentativo di valorizzare le radici (africane) della disciplina, unitamente alle frequentazioni dovute a inclinazioni personali, Mestre Pastinha si avvicinò agli ambienti politici e culturali della sinistra, di cui divenne un potente simbolo in opposizione alla "Luta Regional Baiana" e a ciò che rappresentava a quei tempi. Il pensiero di Pastinha si basa sul recupero delle tradizioni e sulla loro valorizzazione e preservazione, presente già nel nome, Angola, che richiama le radici africane della capoeira: «Capoeira veio da Africa, africano foi que lutou!» (Capoeira è venuta dall'Africa, dall'africano che ha lottato!) «Di una cosa non c'è dubbio - afferma il mestre -: furono i negri portati dall'Angola che ci hanno insegnato la capoeira. Può essere che fosse ben differente dalla lotta che quei due uomini stanno mostrando adesso. Mi hanno detto che ci sono cose scritte che provano questo. Ci credo. Tutto muta. Ma ciò che noi chiamiamo Capoeira Angola, quella che io ho appreso, non ho lasciato che cambiasse qui nell'Accademia; e sono più o meno 78 anni, e ne passeranno 100, perché i miei alunni sono zelanti. Adesso i loro occhi sono i miei. Sanno che devono continuare. Sanno che la lotta serve a difendere l'uomo». Per Pastinha la Capoeira Angola si differenzia dalla Capoeira Regional per "não ter método", "ser sagrada" e "maliciosa" (non avere metodo, essere sacra e maliziosa) e non accettava l'idea di Mestre Bimba di includervi movimenti di altre lotte. Al contrario il capoeirista deve saper ingannare e distrarre l'avversario, fingere di ritirarsi e tornare rapidamente, passare da un lato all'altro e muoversi da ogni parte, contorcersi in una "ginga" (dondolio) destabilizzante. Per Mestre Pastinha il lavoro fisico diventa creatività artistica. Afferma Pastinha: «La Capoeira Angola può essere insegnata soltanto senza forzare la naturalità della persona, la faccenda consiste nel mettere a frutto i gesti liberi e propri di ciascuno. Nessuno lotta allo stesso mio modo, ma nel loro modo c'è tutta la conoscenza che io ho imparato. Ognuno è ognuno». Il mestre era filosofo e pensatore, aveva la capacità di osservare le cose e coglierne l'essenziale profondità. Nell'aprile del 1966 Mestre Pastinha fece parte della delegazione, selezionata dal Ministero per le Relazioni Estere, per rappresentare il Brasile al "Premier Festival Internacional des Arts Negres". Ancora una volta, nonostante i grandi meriti e la fama, Pastinha visse il termine della sua vita praticamente dimenticato. Morì a 92 anni, il 14 Aprile 1981, praticamente cieco, senza l'appoggio di allievi e compagni, con al fianco solo la moglie Rosinha che dovette vendere acarajé (Pane di fagioli con gamberi) per le strade di Bahia per pagargli il funerale. Durante la cerimonia fu omaggiato con il suono di un berimbau. La storia della morte di questi due maestri-guida della Capoeira dovrebbe farci pensare ogni qualvolta sentiamo parlare di loro a sproposito, o semplicemente ogniqualvolta qualcuno si vanta di aver imparato da uno di loro la capoeira.