(+) interviste > chiquinho > una federazione per crescere

una federazione per crescere
Musilbrasil.net - Dicembre 2006

Mestre Chiquinho

mestre chiquinho

Dopo essermi confrontato con mestre Paulinho del gruppo `Capoeira Ginga Carioca` di Roma sulla Federazione italiana di capoeira, abbiamo deciso di inviare un comunicato a tutti i maestri e gli insegnanti in Italia, e poiché abbiamo ricevuto numerose risposte interessanti, di comune accordo abbiamo invitato il maestro Rogério Tiziu del gruppo `Capoeira Anjos` di Torino a parlare di questo argomento. Nel testo che ho chiesto a `Musibrasil` di riportare qui di seguito, mestre Tiziu parla dell’organizzazione della capoeira e di come trovare soluzioni alle problematiche poste da questa disciplina.

In un passato che possiamo fare risalire a 12 anni fa, associazioni e gruppi di capoeira erano pochi: cercavamo di essere più vicini uno all'altro per diffondere la disciplina a livello nazionale, viaggiavamo da Roma, Milano, Torino fino a Palermo per divulgare la capoeira. Più avanti si sono gruppetti di maestri che non volevano accettare idee diverse rispetto all'organizzazione della capoeira. A questo punto alcuni maestri hanno smesso di frequentare l'evento dell'altro per arrivare al punto da dove tutto era cominciato, per capire meglio il fenomeno di allievi che saltavano da un gruppo all'altro per ottenere le cinture (certificazioni di livelli superiori).
Nel 1998 quando si è tenuta una prima riunione a Torino in concomitanza di un evento dell`associazione Anjos, sembrava che i maestri presenti fossero d'accordo sulla costituzione di una federazione e che le idee di tutti fossero compatibili per proteggere il nostro sport e la nostra professione volte a creare regolamenti che avrebbero dovuto essere rispettati da tutti i gruppi e le associazioni.

Ma i discorsi sono rimasti fermi lì, nessuno ha preso provvedimenti, neanche quando io stesso effettuavo telefonate in merito. Mi sono quindi accorto che i presenti a quella riunione non erano preparati per creare una federazione. Molti di loro non sapevano neanche che cos'è un sistema sportivo. Non conoscevano alcuna regola su come creare una federazione e non possedevano addirittura i permessi per risiedere in Italia e neppure associazioni o gruppo registrati. Erano in Italia per fare capoeira, ma operavano al di fuori delle legge italiana.

Ho dovuto passare anni a cercar documenti presso altre federazioni di arti marziali per ottenere quelli necessari a creare una federazione. E nel momento in cui ci sono riuscito, ho contattato tutti i mestres, compresi quelli arrivati da poco, nell'intento di aiutarli a regolarizzare le proprie associazioni. Ma mi sono accorto che alcuni sono troppo ignoranti per capire gli obiettivi di una federazione.

Ho allora lasciato perdere alcuni individui e sto cercando di lavorare con chi capisce veramente di sport e vuole proteggere la nostra capoeira facendo parte della federazione. Il fenomeno evidenziato da mestre Paulinho dell'allievo che pula da un gruppo all'altro è semplicemente causato da alcuni brasiliani: anch'io ho questo problema a Torino e in Piemonte. Il problema è causato dall'immigrazione dal Brasile all'Italia che a causa della mancanza di lavoro in Brasile porta in Europa e soprattutto in Italia svariati gruppi di persone che arrivano in cerca di lavoro. Tra questi ci sono parecchi capoeiristi o chi semplicemente ha già praticato capoeira. Arrivano nelle grandi o piccole città italiane credendo che non esistano mestres, e dopo avere cercato su Internet o altri strumenti giungono nelle palestre o nei centri dove si pratica capoeira iniziando a speculare sul numero degli allievi che ci sono nel gruppo, chiedendo i costi delle lezioni, il prezzo delle divise, quello degli esami, i prezzi dei batizado e altre informazioni.

Costoro vedono tutto e iniziano ad avere l'ambizione di iniziare a insegnare capoeira come cercano di fare nelle palestre fitness. Oppure arrivano a essere falsi, chiedendo di essere inseriti nel gruppo per allenarsi dicendo di non poter permettersi di pagare essendo appena arrivati in Italia ma che a loro piace la capoeira. E nel momento in cui sono all'interno del gruppo iniziano a voler fregare il mestre cercando di allenarsi di nascosto in altri luoghi con i suoi allievi, portandone via alcuni dal gruppo. Dopo un periodo dicono che stanno costruendo gruppi in Italia, fanno passare un po' di tempo e regalano cinture di graduazione alta ad alcuni allievi italiani così da formare il proprio gruppo. Il male purtroppo viene dal Brasile perché ogni brasiliano che arriva in Italia trova la divulgazione della Capoeira già fatta. E poiché siamo noi ad avere divulgato la capoeira, tocca a noi avere il controllo della situazione per non far cadere troppo il prezzo delle mensilità e anche il rispetto per i mestres che hanno portato la capoeira in Italia. E anche per far si che non si creino gruppi d'italiani che vogliono essere maestri pagando per le cinture oppure inventando graduazioni, bisogna reagire subito, come si dice in portoghese: «cortar o mal pela raíz».

Tutto questo non vuol dire che i brasiliani che arrivano non debbano avere spazio. Al contrario loro devono cercare i maestri organizzando corsi di capoeira senza danneggiare i gruppi già esistenti, rispettando i mestres e facendosi pubblicità in proprio per guadagnare nuovi allievi. Noi abbiamo già in mano una federazione legalizzata e registrata come vi ho già detto numerose volte al telefono. Inoltre siamo anche riconosciuti dalla Federazione italiana Judo Karate ed Arti marziali (Fijlkam) che è un organo del Coni. Ne abbiamo tratto grandi benefici perché grazie a essi possiamo fermare questo fenomeno di falsi maestri italiani e brasiliani. Nel nostro statuto è chiaro ciò che riguarda l'insegnamento della capoeira in Italia e il riconoscimento di gruppi e associazioni, spetta a noi maestri voler far parte della federazione e conoscere lo statuto e regolamento interno per dibattere sulle varie regole. La Federazione italiana capoeira è stata creata per essere gestita dai mestres brasiliani di capoeira e successivamente inserirvi allievi italiani che sul territorio nazionale condividono le nostre stesse idee sulla disciplina.

Io, mestre Tiziu, ho creato la Federazione aperta per tutti e di tutti: la Federazione non è il mio gruppo o la mia associazione di capoeira, bensì una entità nazionale di direzione amministrativa, regolamentazione e fiscalizzazione sportiva e ha un motto: «uguaglianza, sincerità e libertà». Dobbiamo fermare questi piccoli problemi che si stanno creando in Italia adesso, perché se aspettiamo troppo tempo non ne avremo più il controllo. Sono disponibile per qualsiasi riunione o dibattito su questo argomento, ho anche creato un forum all'interno del sito http://www.capoeira.it/ per aumentare la discussione sui problemi riscontrati sulla capoeira in Italia, sulla Federazione e idee varie. Vi invito a scrivere e a partecipare a questa iniziativa, ho anche inserito l`e-mail ricevuto da Mestre Paulinho.