INTERVISTE
"Vi svelo come si fa spettacolo" di mestre Chiquinho
Quando ci si esibisce bisogna trasmettere allegria e spensieratezza,
senza mai dimenticare l'aspetto culturale. Bisogna accompagnare il
pubblico a scoprire la cultura africana fusa con quella indio e europea.
"Brasile, Brasile, Brasile... paese meraviglioso che lascia un po'
di saudade in tutti coloro che lo visitano. È per questa sensazione di
nostalgia che le persone, tornate nella propria città, vanno alla
ricerca di qualcosa che possa riportarle ai giorni di vacanza trascorsi
nel Paese verdeoro.
Tant'è che sono numerosi i locali dove si possono gustare
ottimi tagli di carne, antipasti da sogno e bevande tipiche, dalla
birra brasiliana, al guaranà, alla caipirinha.
In genere,
dopo avere cenato, riemersi dall'atmosfera tropicale ci si chiede:
dov'è quell'energia carnevalesca caratteristica dei brasiliani?
Ed
ecco iniziare la batucada, con bellissime mulatte che si materializzano
nei loro bikini di strass e piume per deliziarci con il samba, mentre
di lì a poco i capoeristi coi loro movimenti lasciano a bocca aperta
tutti gli spettatori. L'atmosfera si scalda ancora di più con la
danza del fuoco e il Maculelé, che conducono in un viaggio
all'interno della cultura brasiliana.
Mi piacerebbe che fosse davvero così!
In
realtà sono moltissimi i brasiliani che tengono spettacoli per tutto
il paese, ma pochissimi sono professionisti. Ho frequentato
l'università di San Paolo dove mi è stato riconosciuto il titolo di
adido cultural (rappresentante della cultura); è questo il compito
che noi brasiliani dovremmo assolvere per il mondo: essere ambasciatori
della nostra cultura, trasmettitori privi di pregiudizi e gelosie.
Purtroppo
sempre più spesso si trascura questo aspetto dando spazio a ballerine
e ballerini che si abbassano a dare spettacolo di volgarità e a
percussionisti non in grado di mantenere il ritmo per tutta la durata
dello spettacolo.
In più, la crisi che ci ha colpito è
la ciliegina sulla torta: molti artisti brasiliani, pur di lavorare,
svendono le loro capacità, svalutando i compensi dei colleghi. Senza
contare i gruppi amatoriali, a volte nemmeno di nazionalità
brasiliana, che si esibiscono gratuitamente.
Non
che voglia suscitare polemiche, ma quello che per alcuni è un semplice
passatempo, per me è una professione. Fin qui comunque andrebbe ancora
bene... il problema è che spesso questi portano alla conseguenza di
danneggiare il mercato.
E come se non bastasse, anche la tv
ci si mette, mostrando danze da sala e presentando un samba
semplificato e corrotto che spaccia per autentica danza popolare, col
risultato di disorientare gli spettatori.
Quando si fa
spettacolo bisogna invece entrare nell'ottica di trasmettere allegria,
spensieratezza e intrattenimento, ma senza MAI dimenticare l'aspetto
culturale.
Amo tantissimo fare questo nei miei spettacoli: prendo
per mano il pubblico e lo accompagno in questo viaggio alla scoperta
della cultura africana mescolata a quella indio e a quella europea.
Inizia
la musica, le luci si abbassano ed eccomi nella danza del fuoco - un
insieme di danza afro, afox� e danza dei santi - dove mi alterno tra
ballo e percussioni, mentre la ballerina passa il fuoco sul suo corpo,
e lo spegne inghiottendolo.
Il mio motto è iniziare bene e finire bene!
Dopo
una buona partenza si prosegue con la lotta: il suono delle percussioni
si fa più intenso ed io e la ballerina ci trasformiamo in guerrieri col
machete che si combattono fino allo sfinimento, accompagnati da un
ritmo sempre più frenetico. Si continua con la musica dell'atabaque,
del pandeiro, del berimbau e dell'agog�. Proprio così: è il momento
della capoeira di Bahia.
Mentre giochiamo mi rendo conto che
il pubblico quasi non crede che il corpo umano sia in grado di fare
movimenti simili, e soprattutto che quest'arte meravigliosa sia una
lotta mascherata da danza.
Poi eccoci che, indossando abiti da
pagliaccetti, balliamo il frevo del Pernambuco con ombrellini colorati.
Si prosegue con la danza che ha segnato un'epoca, la sensualissima
lambada, passando dal forr� nordestino alla Gafiera.
Inizio
a cantare "Tico Tico no fuba" e le ballerine - con frutti in testa -
rappresentano Carmen Miranda, colei che ha esportato il samba nel
mondo. Le ballerine sono così sensuali nelle loro gonne lunghe e piene
di balze...
Ma ecco che il ritmo si fa più veloce: prendo il mio
abito piumato ed il fischietto e accompagno le mulatte col sorriso e la
pelle dorata in un samba di Rio de Janeiro. L'obiettivo è trasmettere a
tutti l'energia brasiliana.
È il momento di salutarci: le luci si spengono, ma ad ognuno
è rimasta nel cuore un pochino di cultura brasiliana."